La (lenta) transizione energetica dell’agricoltura

Le richieste degli agricoltori europei, che da settimane protestano nelle strade d’Italia, di Francia, di Germania, d’Olanda e non solo, sono tante e diverse. Quella principale, però, che ha dato inizio all’ondata di manifestazioni, riguarda il mantenimento dei sussidi per l’acquisto di gasolio, il carburante per i trattori. Trattandosi di un combustibile fossile, i governi tedesco e francese avevano proposto il taglio delle agevolazioni in modo da favorire il raggiungimento degli obiettivi sulle emissioni, che a livello comunitario dovranno – è un obbligo giuridico – ridursi del 55 per cento entro il 2030: è uno dei fondamenti del Green Deal, il vasto piano europeo per la transizione ecologica e la neutralità climatica.
Tra promozione delle fonti rinnovabili e incentivi ai veicoli elettrici e alle pompe di calore, la maggior parte delle misure di “sostenibilità” che sono state implementate fino ad oggi prendono di mira i settori dell’energia, dei trasporti e dell’edilizia. Dal Green Deal, invece, è rimasta in larga parte esclusa l’agricoltura. Eppure quello agricolo è il terzo comparto per emissioni di gas serra ed entro il 2040 potrebbe addirittura diventare il primo. Mentre infatti la decarbonizzazione dell’edilizia e dei trasporti sta procedendo con una certa velocità – tra il 2005 e il 2021 le emissioni sono scese del 31 per cento nel primo caso, e del 7,6 per cento nel secondo –, quella dell’agricoltura arranca: appena il 3 per cento in meno nello stesso arco di tempo. L’agricoltura non è coperta dall’ETS, il sistema dell’Unione europea per lo scambio delle quote di emissione (semplificando molto: chi inquina sopra una certa soglia, paga), che invece si applica ai settori energetico e industriale, e prossimamente anche agli edifici e ai trasporti.
Se i governi sono restii a intervenire sull’agricoltura per ridurne l’impronta emissiva è principalmente per il timore di perdere consensi e di scatenare proteste, proprio come quelle in corso da settimane. Nel caso specifico del gasolio per i trattori, c’è anche una questione tecnologica dietro al mantenimento di un sussidio ambientalmente dannoso: le alternative più pulite esistono, sì, ma sono costose e spesso hanno ambiti di applicazione limitati.
Continua a leggere su “Linkiesta”.