Qualcosa si muove sul ritorno del nucleare in Italia

Marco Dell'Aguzzo
2 min readJan 25, 2025

Nella serata del 22 gennaio il ministero dell’Ambiente ha inviato a Palazzo Chigi una proposta di disegno di legge per reintrodurre la produzione di energia nucleare in Italia. O meglio: per ripristinare un quadro normativo dopo i referendum del 1987 e del 2011. La bozza verrà discussa al prossimo Consiglio dei ministri e prevede l’adozione di decreti legislativi «recanti la disciplina per la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale, anche ai fini della produzione di idrogeno, la disattivazione e lo smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fusione, nonché la riorganizzazione delle competenze e delle funzioni in materia». Il testo mette insieme passato, presente e futuro dell’energia atomica; i tempi, però, saranno probabilmente lunghi, visto che i decreti in questione andranno adottati «entro ventiquattro mesi» dall’entrata in vigore della legge.

Il governo di Giorgia Meloni – e in particolare il ministro Gilberto Pichetto Fratin – ha espresso più volte la volontà di riportare il nucleare in Italia. Tanto che nel PNIEC, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, erano stati inseriti degli scenari che immaginavano per l’atomica un contributo dell’11–22 per cento al soddisfacimento del fabbisogno elettrico nel 2050. Tuttavia, le dichiarazioni di Pichetto, in particolare, restituivano l’impressione di un governo sì favorevole a questa fonte energetica ma più concentrato sulle tecnologie emergenti (i piccoli reattori modulari, la fissione di quarta generazione, la fusione) che su quelle disponibili.

Nel disegno di legge non viene espresso chiaramente quali tecnologie e quali tipologie di impianti verranno prese in considerazione per l’Italia; d’altra parte, non c’è nemmeno un’esclusione esplicita delle centrali di terza generazione avanzata, cioè l’ultima presente sul mercato. Intervistato dal Sole 24 ORE su questo punto, il ministro Pichetto ha risposto in maniera evasiva: «in questo momento il dibattito sulle possibili opzioni è aperto e vogliamo garantirci un margine ampio d’azione. Per cui spetterà ai decreti attuativi […] dettagliare le strade da intraprendere».

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Written by Marco Dell'Aguzzo

Giornalista: mi occupo di energia e di tecnologie per la transizione ecologica. Mi trovate su Wired, Linkiesta e Startmag.

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