Tutta l’innovazione per l’energia nucleare

Marco Dell'Aguzzo
2 min readFeb 27, 2023
Immagine via NuScale Power.

È un termine vecchio, comparso quasi vent’anni fa e poi pressoché cancellato dal disastro di Fukushima Dai-ichi del 2011. Nel 2022, però, per effetto della crisi energetica aggravata dall’invasione dell’Ucraina, si è ripreso a parlare di “rinascimento nucleare”. Ossia del ritorno, dopo una lunga fase di difficoltà economica del settore, di una fonte capace di fornire elettricità abbondante, stabile e a zero emissioni. Nonostante i rifiuti radioattivi, il rapporto costi-benefici dei reattori pare oggi essere mutato un po’ in tutto il mondo: al nucleare si guarda sempre più come a un rimedio alla dipendenza energetica dall’estero e come a una soluzione all’intermittenza dell’eolico e del solare, che funzionano solo in presenza delle giuste condizioni meteorologiche.

In un rapporto pubblicato l’anno scorso, l’Agenzia internazionale dell’energia ha evocato «una nuova alba per l’energia nucleare». E ha spiegato come, in sua assenza, la transizione ecologica si farà «più difficile e più costosa», specialmente dal 2030 al 2050, perché le rinnovabili hanno bisogno di dispositivi di stoccaggio (le batterie) dal prezzo ancora elevato. Non sempre, tuttavia, le opinioni pubbliche sposano le argomentazioni dei tecnici, e la paura delle scorie e degli incidenti ha disseminato scetticismo e ostilità. Per cercare allora di promuovere l’accettazione delle centrali da parte dei cittadini, e per provare a risolvere alcuni problemi di costo che ne hanno limitato la diffusione – le rinnovabili, intanto, sono sempre più competitive –, l’industria nucleare sta puntando su tecnologie nuove.

Il nucleare di ultima generazione prevede sempre una reazione di fissione, il processo impiegato da decenni, ma in un contenitore diverso. La novità più discussa sono infatti i piccoli reattori modulari (SMRs), progettati per essere veloci da realizzare, economici e sicuri. Rispetto agli impianti convenzionali sono più piccoli e molto meno potenti: non superano i 300 megawattora di capacità, circa un quinto dell’elettricità prodotta da un reattore tipico. La modularità del design serve a permetterne la produzione in serie nelle fabbriche secondo processi standardizzati, abbattendo tempi e costi di lavorazione; i reattori tradizionali vanno invece costruiti nello stesso sito in cui entreranno in funzione, tra migliaia di operai.

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Written by Marco Dell'Aguzzo

Giornalista: mi occupo di energia e di tecnologie per la transizione ecologica. Mi trovate su Wired, Linkiesta e Startmag.

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