La geoingegneria solare è la soluzione al riscaldamento globale?

Marco Dell'Aguzzo
2 min readSep 18, 2023
(Michaela Rehle/Reuters)

A fine giugno la Commissione europea ha chiesto l’istituzione di colloqui di alto livello per la regolazione della geoingegneria, un termine ombrello che racchiude diverse pratiche per la manipolazione del clima della Terra e l’inversione del riscaldamento globale: si parte dal verniciare di bianco i tetti delle case, in modo che assorbano meno calore e riflettano parte della luce solare, e si arriva allo schiarimento delle nuvole marine e all’immissione di particelle di gas nell’atmosfera. Secondo Bruxelles, la geoingegneria pone «un livello di rischio inaccettabile per l’uomo e l’ambiente» perché non se ne conoscono le conseguenze di lungo termine. Ad oggi, peraltro, mancano sia gli studi scientifici, sia delle regole condivise a livello internazionale che uniformino questi interventi climatici.

L’applicazione geoingegneristica giudicata maggiormente critica è la riduzione della radiazione solare (anche detta SRM, da solar radiation modification). Consiste nel riflettere nello spazio la luce del Sole in modo da ridurre la temperatura della Terra, contrastando il riscaldamento causato dai gas serra. Il metodo più discusso – nonché più sperimentato, ma in maniera disorganica e su scala ridottissima – prevede il lancio di palloni sonda che immettono nell’atmosfera qualche grammo di anidride solforosa, un gas dall’azione riflettente. Il processo, in poche parole, tenta di replicare artificialmente le conseguenze di un’eruzione vulcanica, nella quale viene per l’appunto rilasciata anidride solforosa; lo zolfo, quando raggiunge la bassa stratosfera, si converte in aerosol di solfati, che riflettono la luce solare (il contrario dell’effetto serra).

L’idea di fondo, quindi, è che se si mandasse nella stratosfera una quantità sufficiente di particelle di solfati si potrebbe ottenere un abbassamento delle temperature globali. La possibilità di manipolare il clima è affascinante ma controversa, che pone dilemmi etici – l’umanità ha il diritto di alterare deliberatamente e drasticamente la Terra, anche se ha il potere di farlo? – e dovrebbe invitare a un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi.

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Written by Marco Dell'Aguzzo

Giornalista: mi occupo di energia e di tecnologie per la transizione ecologica. Mi trovate su Wired, Linkiesta e Startmag.

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