La devastazione sociale del carbone in Germania

Una «cattiva idea». Secondo Greta Thunberg, il piano del governo tedesco per la dismissione delle centrali nucleari – che producono energia senza rilasciare gas serra, ma che vengono spesso contestate dagli attivisti climatici per via delle scorie radioattive – è «un errore», se si traduce in un maggiore utilizzo del carbone, il combustibile fossile più emissivo.
La dichiarazione realista di Thunberg è la conseguenza di un fatto ancora difficile da quantificare, ma probabilmente inevitabile: quest’inverno il consumo di carbone della Germania, la nazione demograficamente ed economicamente più grande d’Europa, aumenterà. I volumi esatti saranno determinati dalla clemenza della stagione e dalla capacità della Francia di esportare elettricità. Dall’inizio della guerra in Ucraina però, che ha ridotto la disponibilità di gas russo in un paese fortemente dipendente, la generazione elettrica da carbone è già cresciuta del 5 per cento: oggi vale quasi un terzo del totale. Nei mesi freddi l’affidamento alla lignite pare sarà ancora maggiore, perché la domanda energetica salirà ma la Germania avrà necessità di risparmiare gas: non c’è solo l’inverno imminente da superare, infatti, ma anche quello successivo, considerato che nell’estate 2023 il riempimento degli stoccaggi potrebbe farsi difficile.
Bruciare carbone al posto del gas avrà delle conseguenze negative sul clima e renderà più complicato il rispetto degli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni entro il 2030. In quell’anno, peraltro, scadrà la promessa della Germania di eliminare l’uso del carbone. E a inizio ottobre la società elettrica tedesca RWE ha fatto sapere che anticiperà il phase out della lignite proprio al 2030.
Nel frattempo, tuttavia, RWE va alla ricerca di depositi di carbone. L’azienda e il governo ne hanno individuati nel sottosuolo di Lützerath, un piccolo villaggio agricolo – la sua popolazione era di appena novanta abitanti – nella Germania occidentale, al cui posto sorgerà una miniera a cielo aperto. L’impatto del carbone non sarà solamente atmosferico, dunque, ma anche paesaggistico e sociale.
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