La transizione ecologica trasformerà la rete elettrica
La transizione ecologica è un processo di elettrificazione. Significa che l’energia elettrica sarà molto più presente nelle nostre vite di quanto non lo sia già: la utilizzeremo per spostarci (l’automobile elettrica anziché a benzina), per cucinare il pranzo (il fornello a induzione anziché a gas) e per riscaldare la casa in inverno (la pompa di calore anziché la caldaia), ma anche per produrre il combustibile pulito che alimenterà le industrie pesanti (l’idrogeno).
Oggi l’elettricità vale all’incirca il 20 per cento dei consumi energetici finali mondiali; le previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia dicono che al 2050 – quando raggiungeremo la neutralità carbonica – rappresenterà quasi il 50 per cento. L’elettrone, insomma, prenderà il posto dell’idrocarburo in tante applicazioni. Tutta questa elettricità dovrà provenire però da fonti energetiche pulite, a emissioni zero, e non da combustibili fossili, altrimenti la transizione non potrà dirsi ecologica.
Bisognerà installare tanti pannelli fotovoltaici e tante turbine eoliche, dunque. In realtà, questa è solo una parte della storia, quella più raccontata. Per rivoluzionare le abitudini quotidiane e garantire a tutti noi un futuro più “verde”, l’energia generata da quegli impianti dovrà raggiungere fisicamente i consumatori. Di conseguenza la rete elettrica, quell’infrastruttura che permette di trasferire l’elettricità dai luoghi di produzione a quelli di utilizzo, dovrà innanzitutto diventare più grande.
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