Le pale eoliche non sono riciclabili, ed è un problema

L’energia del vento è fondamentale per la transizione ecologica. L’anno scorso nell’Unione europea la capacità installata ha raggiunto i 219 gigawatt, l’8 per cento in più rispetto al 2022, permettendo la sostituzione di gas e carbone nella generazione elettrica. Molto ancora bisognerà fare per mantenere gli impegni sulle emissioni. Per quanto pulito, tuttavia, l’eolico ha una controindicazione: le pale delle turbine non sono riciclabili e già si prevede che al 2050, a livello globale, le discariche potrebbero ospitarne 43 milioni di tonnellate. È un problema da risolvere perché rischia di incrinare il sostegno pubblico al processo di decarbonizzazione, specialmente da parte di chi vuole una rivoluzione “sostenibile” non solo nell’energia ma anche nell’utilizzo delle risorse.
Le pale eoliche non rilasciano sostanze tossiche durante lo smaltimento però occupano parecchio spazio, nonostante vengano tagliate prima di finire in discarica. Considerata la tendenza a installare turbine sempre più grandi e potenti, e considerate le proteste contro il consumo di suolo degli impianti – è il caso, in Italia, della Sardegna –, la sfida scientifica per lo sviluppo di pale riciclabili è particolarmente urgente. E altrettanto difficile.
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