Si può rendere “verde” l’industria dell’acciaio?

Marco Dell'Aguzzo
2 min readOct 27, 2022

--

(Andrey Rudakov/Bloomberg)

Non sono buone notizie per l’Europa quelle portate da ArcelorMittal. Il colosso lussemburghese dell’acciaio prevede che nel quarto trimestre del 2022 la sua produzione nel Vecchio continente calerà del 17 per cento su base annua. La causa è una combinazione di prezzi alti dell’energia, che fanno salire parecchio i costi operativi, e di fiacchezza della domanda proveniente dal mercato. È un brutto segno, e forse un indizio di recessione: di solito la richiesta di acciaio da parte delle imprese – in particolare dai settori edilizio e manifatturiero – funge da barometro della crescita economica; se è debole, significa che c’è sofferenza.

Secondo la banca Jefferies, in Europa a settembre un decimo della capacità produttiva di acciaio grezzo era ferma. Per l’industria siderurgica europea il contesto è pessimo. Innanzitutto, c’è la guerra: l’Ucraina chiede a Bruxelles di inasprire le sanzioni sull’acciaio russo e di estenderle anche ai semilavorati, in modo da chiudere un’altra fonte di entrate al Cremlino; per le acciaierie europee, però, i semilavorati russi aiutano a contenere le spese perché sono molto più economici di quelli prodotti nel mercato unico. Poi c’è il prezzo degli idrocarburi, fatto impazzire dalle restrizioni di Mosca ai flussi di gas, che pone il problema dell’alimentazione degli altoforni. Alle preoccupazioni di come tenere accesi gli impianti oggi, infine, si aggiungono quelle di come riformare i cicli produttivi domani, visti i piani della Commissione per il distacco dalle fonti fossili e la riduzione delle emissioni.

Le industrie dell’acciaio, del cemento e della chimica vengono classificate come energy-intensive perché consumano grandi quantità di energia, e come hard-to-abate perché sono difficili da decarbonizzare: non esistono, o non sono economicamente convenienti, delle tecnologie in grado di sostituire i combustibili fossili nei loro processi di produzione. Per questi motivi il macro-settore dei materiali di base rilascia grandi quantità di gas serra, rappresentando un quinto circa delle emissioni totali dell’Unione europea. Un dato incompatibile con i fondamenti della transizione ecologica.

Ci sono però delle aziende che lavorano per rendere sostenibile l’industria pesante.

Continua a leggere su “Linkiesta”.

--

--

Marco Dell'Aguzzo
Marco Dell'Aguzzo

Written by Marco Dell'Aguzzo

Giornalista: mi occupo di energia e di tecnologie per la transizione ecologica. Mi trovate su Wired, Linkiesta e Startmag.

No responses yet