L’inquinamento delle navi fa bene o male al clima?

Marco Dell'Aguzzo
2 min readAug 14, 2023

Che la decarbonizzazione del trasporto marittimo – un settore responsabile del 2 per cento circa delle emissioni globali di CO2 legate all’energia – fosse una questione importante ai fini dell’azione climatica lo si sapeva già. Quello che non si sapeva, almeno fino a poco tempo fa, era che una delle soluzioni introdotte per rendere più sostenibile l’industria dello shipping potesse rivelarsi controproducente, in un certo senso.

Nell’Atlantico settentrionale il traffico marittimo è particolarmente intenso, eppure per molti anni quest’area si è riscaldata a un tasso più basso rispetto ad altre zone del mondo. Lo scorso luglio, però, la superficie oceanica ha raggiunto la temperatura record di 25 °C, e potrebbe salire ancora. La causa principale – come ricostruito dalla rivista scientifica Science – sono le emissioni di gas serra che intrappolano il calore nell’aria, pronto per essere assorbito da gli oceani: queste vaste distese d’acqua accolgono infatti circa un terzo dell’anidride carbonica prodotta dall’umanità. Un fattore secondario è stato il meteo: il perdurare dell’alta pressione ha ostacolato la formazione delle nuvole e permesso ai raggi del Sole di raggiungere direttamente la superficie dell’oceano.

Il terzo motivo del maggiore riscaldamento è la scomparsa delle cosiddette ship tracks, le “scie delle navi”, una tipologia di nubi che si formano attorno ai gas di scarico, contenenti zolfo, delle imbarcazioni. Nel 2020 l’Organizzazione marittima internazionale (IMO), un istituto delle Nazioni Unite, ha imposto delle regole per limitare le emissioni di zolfo delle navi che hanno permesso di ridurre i livelli di inquinamento dell’80 per cento. Il tutto a beneficio della qualità dell’aria, specialmente nelle città portuali. Ma a scapito delle ship tracks, che nonostante l’origine “sporca” svolgono un ruolo importante per il raffrescamento degli oceani. La diminuzione delle scie lasciate dalle navi cargo nelle affollatissime rotte dell’Atlantico del nord ha dunque fatto sì che i raggi del Sole, non incontrando nubi riflettenti, raggiungessero direttamente le acque oceaniche, riscaldandole.

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Written by Marco Dell'Aguzzo

Giornalista: mi occupo di energia e di tecnologie per la transizione ecologica. Mi trovate su Wired, Linkiesta e Startmag.

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